La pace è la strada

Lettera dal GAVCI MODENA alla Curia Provinciale Dehoniana

03/05/2007 13:29

Modena, 3 maggio 2007

Siamo un gruppo di laici dehoniani di Modena, desideriamo ringraziare per la vostra rivista “Cor Unum” che ci ha dato la possibilità di leggere e ascoltare l’esperienza del viaggio in Angola di padre Tullio e dei suoi due confratelli. Questa lettura ci ha fatto vivere le emozioni, le difficoltà, ma anche la gioia data da un impegno di vita, di una spiritualità radicata anche nella fatica umana.

Dalla descrizione del territorio, dai momenti di preghiera e di ringraziamento, abbiamo sentito il valore di una scelta di evangelizzazione. Queste esperienze vissute con amore, con stupore di trovare realtà cosi diverse, cosi scoperte, ma anche cosi vicine a noi!

Quando leggiamo che avete trovato tanta povertà, tanto bisogno di luce, di casa, di scolarizzazione, di pace sociale, ci sentiamo simili nella nostra esperienza a Modena. Infatti dopo 33 anni di presenza continua in un territorio nell’immediata periferia di Modena, ci sembra di dover continuamente cominciare daccapo, tanto è grande il bisogno della gente. Quando padre Tullio descrive i giovani di questi paese lontani, sentiamo tutte le preoccupazioni che proviamo nella nostra realtà.

Nella nostra sede (affitto pagato dal Comune), gli immigrati che frequentano il doposcuola sono il 70%. Giovani provati dalla povertà, ma soprattutto tentati e disorientati dalle troppe proposte di svago, dal facile consumo, dal bisogno di lavoro che dia dignità alla persona. Come laici dehoniani, continuiamo ad essere presenti cercando, con le famiglie, di portare con la spiritualità e concretezza, un modo di vivere comunitario ed una solidarietà che sia testimonianza di fraternità.

Un segno di pace, per favorire un’integrazione con la diversità, un vivere insieme con la conoscenza della nonviolenza, come mezzo per risolvere i conflitti in un mondo dove gli uni vogliono superare gli altri.

Siamo presenti nelle parrocchie di zona per dare forza alla testimonianza di una spiritualità che unisce tutti nella ricerca del Regno di Dio nei nostri cuori e nella società. Abbiamo letto nella scheda della rivista di aprile una riflessione sui laici dehoniani in collaborazione con i preti dehoniani. Alla domanda verso i laici vorremmo rispondere brevemente. I vostri scritti sono meravigliosi, danno molto aiuto e formazione. I vari libri sulla vita di padre Dehon sono ancora attuali, tutta la sua vita, i suoi pensieri sono stati e sono per noi incoraggiamento a proseguire. Oggi, nelle diverse realtà, i bisogni più scoperti sono: l’accoglienza agli immigrati, l’integrazione, il lavoro, la pace familiare, la pace nel mondo.

Comprendiamo la fatica di metterli in discussione in un mondo cosi in confusione, ma proprio per questo è una cosa da fare, perché le persone tacitamente chiedono modelli valoriali da imitare. La gente ha bisogno di un esempio, di un testimone, di un volto. Troppa violenza la fa da padrona localmente e globalmente, inquinando culturalmente la vita sociale ed internazionale, convincendo persino ad accettare che strumenti di morte siano indispensabili per una buona convivenza. La gente semplice, che di solito vive pacificamente, respira tensioni fortissime, che purtroppo scarica a livello interpersonale e familiare. Cerchiamo di arrivare in tempo.

A volte ci chiediamo perché non riusciamo a leggere (se non rarissimamente) documenti della Commissione “Giustizia e Pace” della Chiesa Italiana, delle chiese locali (dove esiste) ed anche di quella della comunità Dehoniana. Sapeste quanto bene farebbero e quanto ci aiuterebbero nel nostro servizio.

Essere laici dehoniani è una scelta gioiosa e pesante; richiede umiltà e fedeltà; ci unisce all’umanità sofferente. Da voi, con voi, con cui siamo in “comunione”, sentiamo il bisogno di essere ascoltati, confortati, perché il cammino anche nelle realtà diverse, richiede spirito d’ amore, di sacrificio e di dono di sé.

Rinnoviamo ogni stima e pace universale.

G.A.D.

Gruppo Amici Dehoniani

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