La pace è la strada

MUNIZIONI CLUSTER: IL BELGIO DA L'ESEMPIO

27/02/2006 20:39


Con uno storico voto alla Camera dei deputati, il Belgio è diventato da ieri il primo Paese al mondo ad aver messo al bando le munizioni a grappolo – conosciute anche come cluster bombs – equiparandole, per i loro effetti indiscriminati, alle mine antipersona.

Con 122 voti a favore, solo due contrari e dodici astensioni, la Camera belga ha infatti approvato un disegno di legge che estende alle submunizioni delle armi a grappolo il divieto vigente per le mine antipersona.

“Il voto belga costituisce un primo, fondamentale, passo verso l’eliminazione di queste armi che rischiano di causare una crisi umanitaria ancora più grave di quella dovuta alle mine, anche a causa dell’altissimo numero di submunizioni innescate che lasciano al suolo,” commenta Simona Beltrami, coordinatrice della Campagna Italiana contro le mine.

Le organizzazioni umanitarie impegnate in teatri bellici e post-bellici (Iraq, Afghanistan, Eritrea, Kosovo, per citarne solo alcuni) sostengono da anni che le submunizioni rilasciate dalle bombe cluster si trasformano, quando rimangono inesplose sul terreno, in potentissime mine antipersona, con effetti devastanti sulla vita, la salute e la ripresa economica e sociale delle popolazioni colpite.

“E’ triste osservare che un disegno di legge identico a quello belga, presentato negli ultimi mesi del 2004 al Senato italiano, non è nemmeno stato discusso. Speriamo che nella prossima legislatura il Parlamento italiano sappia seguire l’esempio di quello belga, e lavoreremo per mobilitare l’opinione pubblica a sostegno di iniziative parlamentari contro le cluster."

Le munizioni cluster

Le munizioni cluster sono armi di grandi dimensioni – lanciate da mezzi aerei o sistemi di artiglieria -- che si aprono a mezz’aria spargendo ad ampio raggio decine di submunizioni più piccole, progettate in modo da esplodere al momento dell’impatto al suolo. Nei casi in cui le submunizioni non funzionano come previsto, sono estremamente pericolose e possono esplodere al minimo tocco o spostamento, diventando così di fatto delle mine antipersona. Il tasso di mancata esplosione dichiarato dalle case produttrici è del 5%, ma in realtà i dati raccolti sul campo segnalano indici molto più alti, anche fino al 20-25%.
Sono più di 50 i Paesi che dispongono di munizioni cluster nei loro arsenali, e almeno 16 quelli contaminati da submunizioni inesplose. Almeno la metà delle imprese produttrici ha sede in Europa.
A livello internazionale si sono pronunciati contro l’uso delle munizioni cluster il Parlamento Europeo e la Santa Sede. Per maggiori informazioni sulle munizioni cluster visitate la sezione "L'eredità della guerra" nel sito ufficiale della campagna italiana contro le mine

DIEGO

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